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21 Febbraio 2023

Notizie dalla Repubblica Democratica del Congo

Dal sabato 31 dicembre 2022 al martedì 10 gennaio 2023, il Segretario per la Cooperazione missionaria, Padre Jérôme Paluku, ha soggiornato a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo. L’obiettivo era quello di promuovere un centro socio-culturale nella regione che avrà lo scopo di prevenire i conflitti interetnici attraverso attività socio-culturali e sportive. È stata l’occasione di toccare con mano la complessa realtà della regione.

A pochi chilometri dall’aeroporto internazionale di Goma, sulla strada che porta al territorio di Rutshuru, si possono vedere piccoli rifugi fatti di teloni. Più si va avanti, più questi rifugi di fortuna diventano numerosi. A Kanyarucinya, a 6 chilometri di distanza, la situazione è inimmaginabile: sono scene macabre che non possono essere descritte. Più di 53.000 persone, sfollate a causa della guerra, dimenticate da tutti e ignorate da tutti, vivono in rifugi di fortuna: sotto teloni, ripari di paglia o solo una zanzariera, esposti a ogni tipo di intemperie. Questa situazione è dovuta alla guerra tra un gruppo terroristico chiamato M23 (Movimento del 23 marzo – sostenuto dall’esercito ruandese secondo numerosi rapporti delle Nazioni Unite) e le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC), l’esercito nazionale.

Nella regione sono stati perpetrati diversi massacri di civili. Anche a Mungote, nella località di Kitshanga, nel territorio di Masisi, diverse persone scampate al massacro di Kishishe del 29 novembre sono stipate in rifugi di fortuna. Secondo un’indagine preliminare delle ONU, quel giorno almeno 131 civili sono stati giustiziati dall’M23, sostenuto dall’esercito ruandese. Il governo della Repubblica Democratica del Congo parla di 273 persone massacrate.  Il gruppo e i suoi alleati sono anche accusati di stupro, rapimento e saccheggio di civili. Insomma, la crudeltà ha raggiunto il suo apice.

È in questo ambiente che i nostri frati carmelitani lavorano nella città di Goma. Come si può immaginare, non è facile per loro vedere e vivere gli orrori di questa guerra indicibile lontano dall’attenzione dei responsabili internazionali. Cosa possiamo dire di tutte queste popolazioni sfollate e dimenticate? Non è raro sentire lamenti come questo: “Se fossimo ucraini, avrebbero pensato a noi, ci avrebbero mandato armi per liberarci da questi terroristi”.