Nel nostro convento di Snagov, in Romania sono presenti P. Antonio Prestipino, P. Marco Secchi, P. Mihai Lauș e P. Tarcisio Favaro, della Provincia di Venezia. Insieme a loro si trovano membri del Movimento Ecclesiale Carmelitano. Sono stati raggiunti il 9 marzo da tre postulanti della Provincia Veneta.
Dal 24 febbraio, hanno iniziato a preparare gli spazi di cui disponevano per accogliere i rifugiati: pulizie, automobili, cucina, traduttrici, etc. ma anche viaggi fino alla frontiera (4 ore di auto) per prendere i profughi bisognosi di assistenza. I primi ad arrivare sono stati degli studenti stranieri che frequentavano le università ucraine: devono tornare ai loro Paesi di origine (Marocco, Egitto, Kazakistan…). Poi sono mamme ucraine (o di altre nazionalità) che sono fuggite con i bambini, qualche famiglia straniera che ritorna in patria con i figli.
Poi segue un gran lavoro di telefonate per coordinare tutto, un via vai di automobili che portano alla stazione o all’aeroporto, di sveglie che trillano nella notte per andare a prendere qualcuno o portare qualcun altro, di cuoche che preparano e di altri che mettono in ordine, di medicine, di lavanderia, di ambasciate, etc. Si tratta di un’ospitalità veloce, breve, ma necessaria perché, almeno per ora, tutti abbiano una destinazione chiara. Fino ad oggi la casa di spiritualità di Snagov ha ospitato circa centoventi ucraini in fuga.
Vito d’Ettorre, giornalista di TV2000 in visita al centro per documentare l’attività dei carmelitani, dopo un giro delle frontiere con l’Ucraina, ha condivisio con noi le sue impressioni: «La Romania si è ritrovata come la “Lampedusa di Europa”, l’accoglienza è organizzata ovunque fino a case private e conventi. L’esperienza al Carmelo di Snagov è bellissima. Ho intervistato prima una signora in fuga dall’Ucraina: appena arrivata qui, entrata in chiesa, ha urlato a squarciagola: “Signore, dacci la pace!”. Chi è in fuga ha bisogno di trovare la spiritualità più del pane, come accade in questo Santuario».