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18 Gennaio 2017

P. Giuseppe Caviglia, ocd, tornato alla Casa del Padre

“Il 16 gennaio di questo anno 2017 , all’ospedale San Vito in Torino, nelle prime ore della mattinata è tornato alla Casa del Padre il Padre Giuseppe (Francesco) Caviglia, carmelitano scalzo, da sette anni nella comunità nel Convento di Santa Teresa a Torino. Aveva un grave tumore al fegato, scoperto nel mese di luglio. Lo ha accettato con serenità, ma anche con la voglia di “tornare”, e poi ha vissuto fino in fondo l’aggravarsi della malattia con serenità, lucidità e attenzione ai tanti che lo venivano a visitare.

Ligure di nascita(Cogoleto 27 agosto 1934)è entrato ad undici anni nel Convento del Deserto di Varazze, adibito a Seminario minore. All’età di 15 anni vestiva l’abito carmelitano nel Noviziato di Loano emettendo i primi voti il 12 ottobre 1950. Iniziati i suoi studi al Convento di Sant’Anna in Genova, li proseguì in seguito a Roma, ove studiò teologia e fu ordinato Sacerdote il 5 aprile 1959.

Dopo l’ordinazione, come tutti, ritornò nella sua Provincia Genovese, ma non vi rimase molto. Infatti un altro carmelitano genovese, Generale dell’Ordine in quel tempo, il Padre Anastasio Ballestrero, lo chiamò nuovamente a Roma per ricoprire l’ufficio di Segretario della Facoltà del Teresianum. Fu così che divenne un volto familiare a tanti carmelitani di tutto il mondo che studiavano a Roma, molto gradito a tutti per la sua cordiale disponibilità a venire incontro alle svariate necessità degli studenti, per il suo costante sorriso e per un senso di paternità che cominciava a sviluppare nonostante l’età giovanile. Fu proprio a Roma che, già da quando era studente, incominciarono a chiamarlo con l’affettuoso nomignolo di “Peppone”, a causa della sua imponente statura e del suo “faccione”.

Era scritto però che il suo legame con Padre Anastasio Ballestrero non terminasse con la cessazione del mandato di Generale dell’Ordine. Quando infatti nel 1974 padre Anastasio venne consacrato Vescovo di Bari, volle al suo fianco come segretario padre Giuseppe. A Bari si unì a loro sr. Antonina Volpe –mancata alla fine dell’anno scorso-, delle suore della Carità dell’Immacolata di Ivrea,e da quel momento si formò un terzetto inseparabile che si accompagnò nella buona e nella cattiva sorte per quasi venticinque anni, fino alla morte del Cardinale, avvenuta il 21 giugno 1998 a Bocca di Magra, ove si era ritirato nel 1989. Furono anni importanti sia nel più breve periodo di Bari, sia, soprattutto, nei dodici anni di Torino quando l’Arcivescovo, divenuto nel frattempo Cardinale, ricoprì per sei anni il prestigioso ed oneroso compito di Presidente dei Vescovi Italiani.

“Quando non ci sarò più ritorna in Provincia” era il testamento del Cardinale. E difatti P. Giuseppe alla morte del Cardinale (21 giugno 1998)rientrò nella sua Provincia di origine, la Provincia Ligure dei Carmelitani Scalzi, servendola per quasi diciannove anni, fino ad oggi, e ricoprendo vari ruoli di responsabilità. Fu Priore ad Arenzano dal 1999 al 2002, poi Priore a S. Anna in Genova dal 2002 al 2005, Direttore del Messaggero di Arenzano dal 2005 al 2010, infine superiore del Convento di S. Teresa in Torino nel 2010 ed in seguito nel 2014. Questo suo “ritorno” a Torino aveva un sapore particolare: vi ritornava come superiore ad iniziare una presenza nuova per i Carmelitani di Liguria, chiamati a continuare in questo convento la presenza dei confratelli di Milano che si ritiravano. Al di là di queste responsabilità istituzionali si dedicò intensamente al servizio delle Monache Carmelitane di clausura, come confessore e padre spirituale, tutte doti che gli erano congeniali, e che mise a servizio anche di molti laici che lo ricercavano per la sua saggezza, il suo senso dell’amicizia, e il suo spirito soprannaturale.

Sia durante il suo servizio presso il Cardinale, sia dopo la sua dipartita, promosse e seguì con passione e competenza le edizioni dei numerosissimi scritti di P. Anastasio, quasi tutti trascrizioni di corsi di Esercizi spirituali, contribuendo in maniera decisiva alla diffusione del  suo magistero profondo e sapiente. Ultimamente, quasi come un presagio di commiato, aveva pubblicato “Un’ombra che non fa ombra”, un’accoppiata di due biografie parallele – quella delCardinale e la sua – a suggellare un rapporto di comunione intenso e mai finito – neppure dopo la morte di padre Anastasio – e che, soprattutto ora che anche Sr. Antonina ha da pochissimo oltrepassato la soglia di questo mondo- si è ricomposto in una dimensione definitiva di luce, di gioia e di pace”.

Padre GIUSTINO ZOPPI, ocd, Provinciale di Genova

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